La riflessione in prima persona sulle esperienze psichedeliche di un grande esploratore delle filosofie orientali. Questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1962, è al tempo stesso riflessione filosofica, testimonianza poetica e documento storico di un’epoca che sta vivendo un rinascimento, sostenuto da nuovi studi scientifici. L’autore individua nella separazione fra mente e corpo l’origine dell’illusione e della frustrazione dell’essere umano contemporaneo. Lì dove, come nel taoismo e nello zen, manca il presupposto di un universo diviso fra spirito e materia, si percepisce la costante correlazione reciproca di tutte le cose e di tutti gli eventi. La ‘chimica della coscienza’ ha secondo Watts il potenziale per avvicinare l’uomo occidentale alla saggezza orientale, utilizzando i mezzi cari alla scienza: semplicità e razionalità. In un delicato gioco fra esterno e interno, comportamento e coscienza, Oriente e Occidente, Alan Watts tenta l’impossibile: descrivere con le parole qualcosa che va oltre le parole stesse.
Introduzione di Timothy Leary e Richard Alpert (Ram Dass).
Traduzione di Stefania Censi.
Introduzione di Timothy Leary e Richard Alpert (Ram Dass).
Traduzione di Stefania Censi.
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