Nella sua camera da letto a Pine Cottage, Krishnamurti detta a un registratore il suo ultimo diario. Ha ormai ottantasette anni, e il tremito delle mani gli rende troppo faticoso scrivere. Per questo decide di esaudire le preghiere di quanti avevano accolto con gioia il Taccuino e il Diario, affidando a un registratore pensieri, ricordi e riflessioni sull’essere umno e la sua sorte nel mondo. È uno dei pochi libri in cui Krishnamurti non si rivolge direttamente a un interlocutore, non risponde alle richieste, le domande, i bisogni e i dubbi di un’altra persona, ma parla con se stesso lasciando scorrere liberamente i suoi pensieri. L’ultimo brano, forse il più bello, parla proprio della morte. E Krishnamurti, che due anni dopo moriva in quella stessa camera, ci insegna ancora una volta a vivere (e morire) come una foglia appassita, con dignità, semplicità e con un sorriso.
Traduzione di Sergio Trippodo.
Traduzione di Sergio Trippodo.
collana: | Opere di Krishnamurti |
codice EAN: | 9788834009994 |
pagine: | 128 |
prezzo: | € 11,00 |
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